Pink Floyd live Venezia 1989: spettacolare e controverso

Il concerto dei Pink Floyd a Venezia nel 1989 fu seguito da 100 milioni di spettatori ma fu oggetto di polemiche per il possibile impatto sulla città.
Pink Floyd live in Venice 1989

Il concerto dei Pink Floyd a Venezia, tenutosi il 15 luglio 1989, rimane uno degli eventi più straordinari e controversi della storia del rock in Italia.

Inserito nel tour europeo di “A Momentary Lapse of Reason” , fu la penultima esibizione della leggendaria band inglese in quel periodo.

L’evento, gratuito e organizzato su un palco galleggiante nel bacino di San Marco, coincise con la tradizionale festa del Redentore.

Vi parteciparono circa 200.000 spettatori posizionati sulle rive e sulle imbarcazioni circostanti.

La Rai trasmise il concerto in mondovisione, raggiungendo un pubblico di circa 100 milioni di telespettatori.

La gestione del concerto fu al centro di intense polemiche riguardo la salvaguardia della città lagunare.

Dopo le tappe di Verona, Monza, Livorno e Cava dei Tirreni, l’impresario veneziano Francesco Tomasi propose ai Pink Floyd di chiudere il loro tour italiano con un concerto gratuito a Venezia.

Inizialmente, il palco doveva essere allestito sulla punta estrema dell’isola della Giudecca, ma per motivi di spazio si optò per delle grandi zattere ormeggiate al centro del bacino di San Marco, di fronte al Palazzo Ducale.

La notizia dell’evento, diffusa ad aprile, scatenò un acceso dibattito riguardante il decoro della città e il timore che l’elevato volume della musica potesse danneggiare il patrimonio artistico.

La soprintendenza ai beni culturali impose un limite di sessanta decibel per proteggere i mosaici bizantini della Basilica di San Marco, sebbene durante il concerto vennero registrati picchi di novantadue decibel.

Piazza San Marco, Venezia – Concerto Pink Floyd 1989

Le polemiche coinvolsero anche il mondo politico.

Tra i sostenitori vi erano il vicepresidente del consiglio Gianni De Michelis e l’assessore alla cultura del Comune di Venezia, Nereo Laroni, mentre i contrari includevano esponenti della Democrazia Cristiana.

L’amministrazione comunale rimase a lungo indecisa, ma alla fine il vicesindaco Cesare De Piccoli firmò l’ordinanza che autorizzava il concerto, appena un’ora prima dell’inizio dell’evento, per motivi di ordine pubblico, dato che la città era stata invasa da un immenso pubblico giunto da tutta Europa.

Il costo dell’evento fu coperto per un miliardo di lire dalla Rai, che trasmise il concerto in mondovisione, incluse l’Unione Sovietica (in differita) e le due Germanie; il resto delle spese, alcune centinaia di milioni di lire, fu sostenuto dai Pink Floyd stessi.

Si stima che a livello mondiale il concerto sia stato seguito da 100 milioni di spettatori, di cui 27 milioni negli Stati Uniti, dove l’evento fu trasmesso via cavo al prezzo di dieci dollari.

In Italia, il concerto fu visto da oltre 3,5 milioni di spettatori, con un indice d’ascolto del 30%.

Per esigenze televisive, il concerto fu limitato a novanta minuti, con alcune canzoni tagliate o eliminate rispetto alla scaletta originale.

David Gilmour, ricordando l’evento, disse: “ Lo spettacolo di Venezia è stato molto divertente, ma molto teso e snervante. Avevamo una durata specifica dello spettacolo da rispettare; la trasmissione via satellite ci ha obbligato ad avere un programma assolutamente preciso. Avevamo l’elenco delle canzoni e le avevamo accorciate, cosa che non avevamo mai fatto prima. Ci siamo divertiti molto, ma le autorità cittadine che avevano accettato di fornire i servizi di sicurezza, i servizi igienici e il cibo hanno completamente rinnegato tutto quello che dovevano fare e poi hanno cercato di incolpare noi di tutti i problemi successivi.

La chiusura del concerto fu segnata dal tradizionale spettacolo pirotecnico della festa del Redentore, che registrò un’intensità di centosette decibel, superiore ai limiti concessi.

Pink Floyd – David Gilmour discussed live in Venice 1989

Formazione:

Altri musicisti

  • Jon Carin – tastiere, effetti sonori, voci
  • Tim Renwick – chitarre, corista
  • Guy Pratt – basso, voci
  • Scott Page – sassofono, chitarre aggiuntive
  • Gary Wallis – percussioni, tastiere, voci
  • Rachel Fury – corista
  • Durga McBroom – corista
  • Lorelei McBroom – corista

Scaletta:

  1. Shine On You Crazy Diamond (Part I)
  2. Learning to Fly
  3. Yet Another Movie
  4. Round and Around
  5. Sorrow – versione ridotta
  6. The Dogs of War
  7. On the Turning Away
  8. Time
  9. The Great Gig in the Sky
  10. Wish You Were Here
  11. Money – versione ridotta
  12. Another Brick in the Wall (Part 2)
  13. Comfortably Numb
  14. Run Like Hell

Condividi su:

Iscriviti
alla newsletter

Tuffati nel mondo della musica e ricevi contenuti inediti

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti per ricevere le ultime news dal mondo della musica !