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Zebra TSO: l’ intervista di un progetto senza tanti fronzoli che arriva dritto in faccia

Ivan Schiavina frontman degli Zebra TSO si racconta senza filtri in un intervista inedita che porta alla luce un progetto nato senza compromessi tra l' odio per la matematica, la vita in bianco e nero e la voglia di fare musica. L' intervista.

Direi di partire da dove tutto è incominciato. Da dove nasce la passione per la musica ?

La mia passione per la musica è sempre stata innata.

Considera che da piccolo mio zio mi regalò un pianoforte ma io non avevo mai suonato nulla prima.

Ricordo di aver iniziato a suonare ” Per Elisa ” casualmente. All’epoca, non sapevo nemmeno che fosse una canzone. Quindi, la passione per la musica è sempre stata dentro di me.

Durante le medie, ho avuto un professore di musica il quale era un punto di riferimento per me ma sfortunatamente morì. Rimasi sconvolto, perché era una figura di riferimento per me.

Il mio desiderio era iscrivermi al liceo musicale, ma sopratutto mia madre, mi diceva che non sarei riuscito a trovare un lavoro decente se avessi proseguito in quel percorso.

Così, dopo il susseguirsi di un ” terrorismo psicologico ” costante inflittomi, ho deciso di iscrivermi al liceo scientifico. Nonostante fossi stato bocciato due volte, a causa del mio odio verso la matematica, ho continuato gli studi e mi sono diplomato.

Che cos’ hai contro la matematica ?

La matematica è una materia che proprio non sopporto. Tutte le volte che iniziavo a studiarla prendevo il libro e lo stracciavo. Infatti le pagine erano tutte piene di tagli e solchi impressi dalla penna che premevo sul libro a tal punto da stracciare tutto il foglio. Il mio libro di matematica era così.

Poi cos’ è successo dopo le scuole medie ?

Mi sono iscritto all’ università di ingegneria principalmente perchè mia madre insisteva e perchè a quel tempo ero fidanzato. Pensavo che nel giro di tre anni sarei diventato ingegnere e sarei potuto essere autonomo nel gestire la mia vita insieme a quella che era la mia compagna di allora.

Tuttavia, ho frequentato solo una decina di lezioni in totale, la mia situazione sentimentale nel frattempo era naufragata e ho finalmente trovato il coraggio di perseguire la mia passione per la musica.

Mi sono iscritto a un contest musicale chiamato ” Querceto Live ” e l’ ho vinto.

Successivamente, quello che oggi è il mio produttore mi chiamò proponendomi un provino.

Stava cercando un cantante/rapper, ed io fino a quel momento non avevo mai fatto rap ma decisi di provarci ugualmente. Eravamo in quindici e sono stato scelto io. Da quel momento, abbiamo iniziato a collaborare.

In quel contest sotto quale veste ti sei presentato ?

Ero con una band di altri ragazzi e proponevamo un genere tra il jazz ed il soul.

Dal jazz/soul come si arrivare a fare un progetto come Zebra TSO ?

Io sono cresciuto ascoltando artisti come Tracy Chapman, Tiziano Ferro, Lauryn Hill e qualcosa di 50 Cent perchè lo ascoltava mia madre che viene da una cultura hip hop, però a quello che oggi è il mio produttore e componente della band serviva un rapper e così mi sono buttato in questo genere.

Ascoltando il singolo ” Bravo ragazzo ” sento tante influenze musicali e un mix di generi che spaziano tra il rock, punk, elettronica. Trovo anche che sia una canzone diretta e vera che vuole arrivare dritta al punto senza tanti giri di parole.

Oltre agli artisti che ti dicevo, nell’ ultimo periodo sto ascoltando molto i Muse, Caparezza, Salmo, Nitro, Royal Blood e questo forse ha influenzato il genere del disco come hai potuto sentire. Non è così banale il fatto che tu abbia trovato in questo progetto schiettezza e verità perchè è proprio quello che vorrei che arrivasse. Io parlo di fatti reali, mi piace dire le cose come stanno, ed essere me stesso perchè non voglio mentire e tantomeno nascondermi dietro alle menzogne.

Da dove nasce il nome Zebra TSO ?

La Zebra calza a pennello perchè ha il manto di colore bianco e nero. Questo progetto non ha sfumature di grigio, o è bianco oppure nero, o ti piace o ti fa schifo. Anch’ io sono così nel bene o nel male, la vita la vedo senza sfumature o gradazioni di colori, mi piacciono le cose chiare e dirette perciò la decisione di inserire il nome zebra.

Per quanto riguardo ” TSO ” è perchè io sono uno da trattamento sanitario obbligatorio, la mia personalità è da TSO. Un giorno il batterista in sala prove dopo un confronto mi disse che io sarei dovuto essere uno da TSO e da lì abbiamo deciso di accostare quella sigla al nome zebra in quanto pare che suoni anche bene.

Zebra TSO

Nel progetto, oltre a te ci sono altri due componenti che appaiono con il volto coperto da una maschera a forma di testa di zebra. Chi sono ?

Al momento abbiamo pensato di rimanere nell’ anonimato. Forse riveleremo gli altri componenti più avanti ma non si sa, potrebbe essere anche mai.

La copertina del singolo, rappresenta un disegno di una bocca con la lingua fuori su cui è adagiata una pastiglia. Quale significato avete voluto esprimere ?

Riconducendomi al concetto del colore della Zebra, come puoi notare anche la pastiglia della copertina è zebrata. Quello che mi fa molto incazzare nella vita è vivere spesso in situazioni in cui le persone non si mostrano mai per quello che sono realmente. A me non piace il compromesso di dovere piacere per forza a tutti. Questo ostentare la correttezza a tutti i costi ad esempio mi fa saltare i nervi perchè alla fine di corretto non c’ è quasi un cazzo. Alla fine le persone nella vita ” normale ” le dicono le parolacce, si tradiscono, si prendono ogni tanto a schiaffi o no ? Io non sopporto l’ omertà che c’ è nei confronti della vita stessa la quale spesso è rappresentata da una sfumatura di grigi. La pastiglia è come se fosse una pasticca della verità che mi pulisce tutta la nebbia dal cervello e mi fa vedere le cose in maniera nitida in nero su bianco.

Il singolo è uscito poche settimane fa. Quali sono i prossimi step ?

Le canzoni per l’ album ormai ci sono già per cui è come se l’ album fosse pronto. Prima uscirà un nuovo singolo, poi un EP e successivamente penseremo all’ album. Gireremo un videoclip la prossima settimana che sarà riferito ad un nuovo singolo.

Dove avete registrato il brano ” Bravo ragazzo ” ? Avete lavorato solo in uno studio oppure il mastering, il mix e le riprese le avete divise affidandovi a tecnici differenti ?

Per quanto riguarda le registrazioni abbiamo lavorato in due studi differenti: uno è lo studio del mio produttore e l’ altro quello del batterista. Il mix e mastering è stato fatto in un altro studio ancora.

La formazione è molto ” scarna ” : batteria, basso e voce. Mi sembra tutto in linea con il progetto, diretto e senza tanti fronzoli.

E’ proprio così, abbiamo voluto essere diretti senza tanti ” trucchi ” .

Non ho sentito la presenza dell’ autotune nel singolo. Strano in un momento particolarmente storico in cui se non usi l’ autotune, pare che tu non possa entrare nello scenario musicale mainstream.

Se solo uno si avvicina a metterlo nel microfono glielo tiro a dietro cazzo ! Partiamo da questo concetto: se usi l’ autotune non sei un cantante. Io ho studiato tanto canto, mi sono fatto un gran culo per essere intonato, per sapere fare il vibrato, per sapere sporcare la voce. Poi ci sono quelli che dicono che lo usano perchè è una scelta stilistica; può essere anche che se faccio la cacca su un muro posso dire che è un quadro, cioè capisci, non è che adesso me la racconti perché è una cosa stilistica. E’ come quando la mamma dice al figlio: ” metti a posto la camera che è un casino ! ” . E il figlio dice : “eh ma così io mi trovo meglio “… no così mi trovo meglio un cazzo devi metterla a posto, cioè, chiaro? A me non la raccontano, se usi l’ autotune non sei un cantante.

Cosa pensi dei talent e che posizione prendi ?

Un talent show ti può dare l’ opportunità di avere una visibilità pressochè immediata che altre situazioni difficilmente ti possono dare. Quello che mi dà fastidio di questi format è la spazzatura che propinano agli artisti e al pubblico. In Italia è come se ci fosse un gigantesco McDonald’s della musica in cui c’è tutta quella roba che esce dai talent o che ascolti in radio e sei costretto a consumarla. Uno ascolta musica perché vuole sentirsi bene ma, ora soprattutto oggi, se vuoi ascoltare buona musica, devi andartela a cercare con il lanternino; è frustrante.

Se avessi l’ opportunità parteciperesti a un talent ?

Non saprei, lo potrei fare ma a modo mio. Farei molta fatica a scendere a compromessi.

Ora immagina di essere in un gigantesco negozio di dischi in cui puoi trovare tutta la musica che desideri. Puoi scegliere però solo tre dischi, quali sceglieresti ?

” Dualismi ” di Caparezza, ” Fast Car ” di Tracy Chapman, ” Cult ” di Salmo.

Avete in progetto delle esibizioni live ?

Lo spero tanto anche perchè questo è un progetto che esprime tutta la sua energia proprio con le esibizioni live.

Cosa pensi oggi dello scenario della musica italiana ?

Purtroppo oggi funziona ciò che viene trasmesso dalla televisione e il genere rap. Questo progetto strizza l’ occhio al rock con un cantato rap e io voglio difendere ciò che è stata la scelta di collocarmi in un genere non prettamente mainstream. Io cercherò in tutti i modi di proteggere le mie scelte e di andare avanti per la mia strada setacciando la mia connotazione tra il pubblico.

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