Jim Morrison: il 3 Luglio 1971 muore il frontman dei Doors

Jim Morrison è considerato uno dei migliori cantanti della storia della musica rock. Il suo corpo fu trovato senza vita in una vasca da bagno. Aveva 27 anni.
Jim Morrison Muore a Parigi il 3 Luglio 1971. Pam scoprì il corpo esanime di Jim la mattina dello stesso giorno ancora immerso nell' acqua della vasca da bagno.
Foto: Gloria Stavers

James “Jim” Douglas Morrison, nato l’8 dicembre 1943 a Melbourne, Florida, è stato un personaggio profondamente influenzato dalle sue origini e dall’ambiente familiare.

Figlio di George Stephen Morrison, un ammiraglio della Marina degli Stati Uniti, e di Clara Virginia Clarke, Morrison crebbe in un contesto di rigida disciplina militare e frequenti trasferimenti a causa della carriera del padre.

Questo stile di vita itinerante caratterizzò i primi anni di Jim, costretto a cambiare spesso casa, scuola e amicizie, una situazione che forgiò il suo carattere indipendente e ribelle.

Uno degli eventi più significativi della sua infanzia avvenne nel 1947, quando, durante un viaggio attraverso il deserto del Nuovo Messico, assistette a un tragico incidente stradale che coinvolse un camion pieno di lavoratori indiani.

Questo episodio, che Jim ricordava come il suo primo incontro con la morte, lasciò un’impronta indelebile nella sua mente, influenzando profondamente la sua poetica e la sua visione del mondo.

Questo trauma infantile è riecheggiato nelle sue opere, in particolare nei testi delle canzoni “Peace Frog” e “Riders on the Storm”, nonché nei suoi versi poetici.

Nel corso della sua giovinezza, Jim continuò a spostarsi con la famiglia, vivendo in diverse città degli Stati Uniti, tra cui Clearwater, Washington, Albuquerque, Los Altos, San Diego e infine Alameda.

Nonostante le difficoltà legate ai continui cambiamenti, Morrison si distinse sempre per la sua intelligenza eccezionale e la sua sete di conoscenza.

Durante gli anni del liceo, frequentò la Alameda High School, dove iniziò a mostrare un forte interesse per la cultura Beatnik, spesso marinando la scuola per esplorare i locali di San Francisco e immergersi nelle opere di poeti come Lawrence Ferlinghetti.

Nel 1959, la famiglia si trasferì ad Alexandria, Virginia, dove Jim completò gli studi al George Washington High School.

Qui, la sua erudizione e la vastità delle sue letture stupirono gli insegnanti, guadagnandosi una menzione d’onore per il suo rendimento scolastico e un quoziente intellettivo straordinario di 149.

Durante questo periodo, Jim conobbe anche la sua prima fidanzata, Tandy Martin, e continuò a coltivare la sua passione per la letteratura, accumulando una vasta collezione di libri.

Foto: Gloria Stavers

Durante gli anni dell’adolescenza, Jim Morrison si distinse per la sua intelligenza vivace, ma anche per un progressivo distacco dalla conformità sociale e familiare.

A partire dall’estate del 1960, il suo umore divenne più cupo e il suo aspetto più trasandato, segnali di un crescente malessere interiore.

La sua ribellione culminò nel maggio 1961, quando non si presentò alla cerimonia di consegna dei diplomi, provocando la collera del padre.

Nel tentativo di disciplinarlo, i genitori di Jim lo mandarono a vivere dai nonni paterni a Clearwater, Florida, per frequentare il Junior College di St. Petersburg.

Tuttavia, il rendimento scolastico di Jim calò drasticamente. In questo periodo, divenne un frequentatore abituale del Contemporary Arts Coffee-House and Gallery, un noto ritrovo beatnik che gli permise di immergersi nella cultura alternativa dell’epoca.

Nel 1962, con la famiglia trasferitasi a Phoenix, Arizona, Jim si iscrisse all’Università statale della Florida di Tallahassee, scegliendo un corso di laurea in Arte e Psicologia.

Qui, i suoi comportamenti sregolati si intensificarono, culminando nel suo arresto il 28 settembre 1963 per ubriachezza e disturbo della quiete pubblica durante una partita di football.

L’episodio, che incluse il furto di un elmetto da un poliziotto, rifletteva il suo spirito di ribellione e il crescente disprezzo per l’autorità.

Durante questo periodo, Jim frequentò Mary Frances Werbelow, una giovane studentessa del liceo di Clearwater, con la quale mantenne una relazione stabile fino al gennaio 1964, quando la sua famiglia si trasferì nuovamente, questa volta a Los Angeles.

Contrariamente ai desideri del padre, che sperava di vederlo seguire una carriera militare, Jim decise di iscriversi al corso di Cinematografia presso l’Università della California, Los Angeles (UCLA).

La scelta di studiare cinematografia all’UCLA segnò un punto di svolta nella vita di Jim.

Fu in questo ambiente creativo e liberale che iniziò a sviluppare le sue capacità artistiche e a incontrare persone che avrebbero influenzato profondamente la sua carriera futura.

Tuttavia, il distacco dalla famiglia divenne definitivo nel dicembre 1964, quando Jim tagliò ogni rapporto con i suoi genitori, arrivando a dichiarare che erano morti.

Questa seconda fase della vita di Jim Morrison mette in luce la sua trasformazione da adolescente promettente a giovane uomo ribelle e anticonformista.

Le sue esperienze a Tallahassee e Los Angeles furono fondamentali per lo sviluppo della sua identità artistica e personale, preparando il terreno per la nascita della leggenda dei The Doors.

La sua decisione di abbracciare la cinematografia e il suo definitivo allontanamento dalla famiglia evidenziano il suo desiderio di autodeterminazione e la sua volontà di esplorare nuovi orizzonti creativi, che avrebbero segnato in modo indelebile la sua carriera e la sua vita.

Foto: Gloria Stavers

Nella primavera del 1964, Jim Morrison intraprese gli studi di Cinematografia all’Università della California di Los Angeles (UCLA), segnando l’inizio di una nuova fase creativa e personale.

Sistematosi in una piccola stanza vicino al campus di Westwood, Morrison successivamente si trasferì a Westminster Avenue, adottando uno stile di vita bohémien che gli permise di esplorare liberamente la sua creatività.

L’incontro decisivo avvenne nell’autunno del 1964, quando Morrison si iscrisse ai corsi universitari e conobbe Ray Manzarek.

La loro sintonia fu immediata e nel luglio del 1965, sulla spiaggia di Venice Beach, Manzarek propose a Morrison di formare una band dopo averlo sentito cantare alcune delle sue prime canzoni, tra cui “Moonlight Drive”.

Manzarek, già tastierista di talento, militava in una band chiamata Rick & the Ravens, che comprendeva anche i suoi fratelli Rick e Jim Manzarek, insieme a Patrick Stonier, Roland Biscaluz e Vince Thomas.

L’ingresso di Morrison nei Rick & the Ravens segnò l’inizio di una trasformazione che culminò con l’inclusione di John Densmore alla batteria e, successivamente, del giovane chitarrista Robby Krieger.

Krieger, con il suo stile unico influenzato dal flamenco, portò una nuova dimensione alla band.

In questo periodo, il gruppo registrò sei canzoni demo, ma i cambiamenti non erano ancora finiti.

I fratelli di Ray e altri membri originari lasciarono la band, consolidando la formazione che sarebbe diventata leggendaria.

Il nome definitivo della band, “The Doors”, fu scelto nel settembre del 1965 da Morrison stesso.

Il nome era un tributo alla poesia di William Blake, citata anche da Aldous Huxley nel suo saggio “The Doors of Perception”.

Huxley esplorava l’esperienza psichedelica sotto l’effetto della mescalina, un tema centrale nei movimenti giovanili trasgressivi degli anni ’60.

La citazione di Blake, “Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo com’è: infinita”, rifletteva perfettamente la visione artistica e filosofica di Morrison.

Morrison descrisse i Doors come i sacerdoti di un regno che interagisce con la realtà fisica, sottolineando l’importanza della sensualità e del mistero.

Egli vedeva la band come un ponte tra il noto e l’ignoto, un concetto che si rispecchiava nei loro testi e nelle loro performance.

La sensualità e il male, secondo Morrison, erano immagini attraenti, ma alla fine destinate a essere superate, simili alla pelle di un serpente che si cambia.

Foto: Ethan Russel

Nell’ottobre del 1965, la giovane band dei Doors ricevette la loro prima offerta discografica da Billy James della Columbia Records.

Tuttavia, il contratto a termine, con royalties molto basse, non fu rinnovato, lasciando i membri della band in cerca di nuove opportunità.

Durante questo periodo, Jim Morrison e i suoi amici dell’università intrapresero vari esperimenti psichedelici, inclusi lunghi viaggi nel Deserto del Mojave in California e l’assunzione di droghe allucinogene come la mescalina-peyote.

Queste esperienze influenzarono profondamente la visione artistica di Morrison e arricchirono la sua poetica con immagini vivide e oniriche.

Il 23 gennaio 1966, Morrison fu arrestato per aver molestato una ragazza lungo la strada e per aver abbandonato un amico, Phil O’ Leno, nel deserto per giorni.

Questo episodio evidenziò il lato più oscuro e imprevedibile della sua personalità, un tratto che avrebbe continuato a emergere nella sua carriera e nella sua vita personale.

A partire da febbraio 1966, i Doors iniziarono a esibirsi regolarmente nei locali del Sunset Strip, l’epicentro della scena musicale di Los Angeles.

In questo contesto, Morrison incontrò Pamela Courson, che sarebbe diventata la sua compagna di vita più significativa.

L’influenza di Pamela Courson nella vita di Morrison fu immediata e profonda, accompagnandolo in quasi tutte le sue performance fino alla morte.

Con i primi guadagni, Morrison acquistò una Nightmist Blue Shelby GT 500, soprannominata “Blue Lady”, che diventò un simbolo del suo stile di vita.

Le esibizioni live al “Whisky a Go Go” furono cruciali per l’evoluzione del gruppo.

Qui, il loro stile musicale prese forma, diventando più visionario e raffinato.

Durante questo periodo, i Doors aprirono per band come Love, Turtles, Seeds, e Them, affermandosi come una forza emergente nella scena rock.

Tuttavia, l’esuberanza creativa di Morrison portò anche a controversie.

Il proprietario del “Whisky a Go Go” licenziò la band dopo una performance controversa della canzone “The End”, caratterizzata da un esplicito riferimento edipico che scandalizzò il pubblico.

Nonostante questo incidente, la fortuna dei Doors stava per cambiare.

Jac Holzman, fondatore della Elektra Records, offrì alla band un contratto esclusivo per sette album, un’opportunità che fu prontamente accettata.

Dopo aver firmato con Elektra Records, Morrison si trasferì con Pamela nei pressi del Laurel Canyon a Hollywood, un luogo noto per essere un rifugio per artisti e musicisti dell’epoca.

Questo periodo segnò l’inizio della loro ascesa verso il successo, consolidando il loro stile e la loro immagine iconica.

L’influenza delle esperienze psichedeliche, l’intensità delle loro performance live e la controversa figura di Morrison contribuirono a creare un’attrazione magnetica attorno ai Doors, rendendoli una delle band più innovative e provocatorie del loro tempo.

Foto: George Shuba

Il 4 gennaio 1967, l’album di debutto dei Doors, “The Doors”, fu pubblicato dalla Elektra Records, riscuotendo un successo immediato e diventando uno dei dischi più venduti dell’anno, insieme a “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles.

La musica dei Doors si distinse per il suo originale blues rock psichedelico, caratterizzato dalle tastiere di Ray Manzarek, che combinavano motivetti jazz, classici, boogie-woogie e vaudeville, e dalla chitarra di Robby Krieger, influenzata da stili gitani, indiani e hawaiani.

Questi elementi musicali creavano un’atmosfera intensa, arricchita dalla voce magnetica e suadente di Jim Morrison e dalla batteria espressionista di John Densmore, influenzata dalle percussioni caraibiche.

Durante questo periodo, Joel Lee Brodsky, un giovane fotografo di Brooklyn, immortalò Morrison in una serie di scatti in bianco e nero, tra cui la famosa immagine a mezzo busto soprannominata “Il giovane leone”, che divenne un’icona del cantante.

Nella primavera del 1967, i Doors intrapresero un tour nazionale, esibendosi in vari luoghi sacri del rock statunitense, come il The Matrix di San Francisco e l’Ondine Disco di New York.

Durante un’esibizione al Cheetah Club di Los Angeles il 9 aprile, Morrison introdusse il suo “numero della fune”, camminando lungo il bordo del palco come un equilibrista, ma cadde nel pubblico dopo un volo di tre metri.

Nonostante l’incidente, Morrison continuò a esibirsi in questa pericolosa performance anche in seguito.

Gli spettacoli dal vivo dei Doors erano noti per la loro intensità e imprevedibilità.

Durante un concerto al Fillmore di San Francisco il 9 giugno, Morrison fece roteare il microfono, colpendo in piena fronte il promoter Bill Graham.

Il 16 giugno, durante un’esibizione all’Action House di Long Beach, New York, Morrison, ubriaco, iniziò a spogliarsi, ma fu fermato in tempo.

Il giorno successivo, il concerto fu interrotto quando il cantante si infilò il microfono in bocca, producendo suoni bizzarri.

The Doors – Light My Fire

Il 29 luglio 1967, la canzone “Light My Fire” dei Doors raggiunse il primo posto nella classifica di Billboard, consolidando la loro posizione nell’élite del rock.

Il 17 settembre, la band si esibì all’Ed Sullivan Show, una delle trasmissioni televisive più popolari degli Stati Uniti.

Tuttavia, prima dell’esibizione, a Morrison venne chiesto di censurare la parola “higher” nel testo di “Light My Fire” (“…girl, we couldn’t get much higher”), in quanto nello slang giovanile “high” indicava lo sballo per droga o alcool.

I Doors sembrarono acconsentire alla modifica, ma durante la diretta, Jim, infastidito dal tentativo di censura, pronunciò ugualmente la parola “higher”, provocando il ban permanente della band dallo show.

Nell’ottobre 1967, i Doors pubblicarono il loro secondo album, “Strange Days”, che introdusse elementi sperimentali di musica elettronica e concreta, incluso l’uso del sintetizzatore Moog e la sovrapposizione di suoni preregistrati di voci urlanti nel brano “Horse Latitudes”.

Il 20 ottobre, al Wizard’s Lab presso l’Università del Michigan, Morrison provocò deliberatamente il pubblico di studenti snob, scatenando reazioni esasperate.

Tra il pubblico era presente anche Iggy Pop, che rimase folgorato dalla performance di Morrison e in seguito fondò gli Psychedelic Stooges.

Nel novembre 1967, i Doors si esibirono in alcuni dei più importanti locali rock del momento, tra cui il Berkeley Community Theatre, il Fillmore, il Winterland di San Francisco e il Village Theatre di New York.

Queste esibizioni contribuirono a consolidare la loro reputazione come una delle band più influenti e innovative della scena musicale rock psichedelica.

The Doors – The End (Live At the Isle Of Wight 1970)

Il 15 febbraio 1971, Pamela si trasferì temporaneamente a Parigi, dove aveva diverse amicizie europee, mentre Jim la raggiunse il 12 marzo, poco prima dell’uscita dell’album L.A. Woman, l’ultimo dei Doors.

L’intenzione di Jim era quella di dedicarsi alla poesia, portando con sé da Los Angeles due pellicole dei suoi lungometraggi, tra cui l’incompiuto Highway, che desiderava completare con la regista franco-belga Agnès Varda, conosciuta l’anno precedente durante delle riprese al Castello di Chambord, nella Loira.

All’inizio, Jim e Pamela alloggiarono all’Hotel George V, vicino agli Champs-Élysées, per poi trasferirsi nell’appartamento di un’amica, la modella Elizabeth Lariviere, al terzo piano di un palazzo di Beaux Arts del XIX secolo, al numero 17 di rue Beautreillis, nel quartiere di Saint Paul-Le Marais.

Nelle prime settimane, Jim scrisse numerosi appunti, poesie e vari scritti, sia in casa sia esplorando le vie circostanti, come Quai des Célestins, Île Saint-Louis, Île de la Cité, Place des Vosges.

All’inizio di aprile, Jim cominciò a soffrire di crisi d’asma e problemi respiratori, arrivando a tossire sangue a causa dell’abuso di alcool e fumo.

Su consiglio dei medici, decise di fare un viaggio in climi più salubri e partì con Pam per un breve soggiorno in Marocco, visitando Casablanca, Tangeri e Marrakech.

Ritornarono a Parigi il 3 maggio, alloggiando all’Hotel 13, rue des Beaux-Arts, lo stesso albergo dove morì Oscar Wilde.

Due settimane dopo, tornarono nell’appartamento di rue Beautreillis, conducendo vite separate durante il giorno: Pam girovagava cercando eroina nei salotti parigini, mentre Jim frequentava locali e bar, tra cui lo storico Café de Flore, dove incontrò la modella, attrice e cantante Zouzou, ex fidanzata di Brian Jones.

Pam stessa organizzava gli appuntamenti tra Jim e Zouzou, per poi andarsene e ritornare dopo circa un’ora o un’ora e mezza.

A inizio giugno, Jim notò il cimitero di Père-Lachaise dalla scalinata della basilica del Sacro Cuore, forse visitandolo a fine mese.

Il pomeriggio di domenica 27 giugno, su invito di Pam, venne a trovarli l’amica stilista Tere Tereba, giunta da Los Angeles.

Jim apparve rilassato e disse di aver perso peso e scritto molto.

Per cena, si recarono a piedi in Boulevard du Montparnasse, al ristorante La Coupole, dove Jim rivelò di aver ricevuto proposte per recitare in film e di voler mostrare i propri film amatoriali al pubblico parigino.

Il giorno successivo, lunedì 28 giugno, Jim, Pam e l’amico Alain Ronay fecero una breve gita a nord di Parigi, visitando Chantilly e Saint-Leu-d’Esserent, dove Ronay scattò le ultime foto di Jim vivo.

Giovedì 1° luglio, Jim fu notato in un ristorante vicino a rue Beautreillis, dove cenava con Pam, e poi da solo al bar Le Mazet.

Venerdì 2 luglio, Jim dettò un telegramma a Jonathan Dolger della casa editrice Simon & Schuster di New York, comunicando la volontà di cambiare la foto di copertina del suo libro di poesie The Lords and The New Creatures.

Depresso, passò il pomeriggio con Alain Ronay, pranzando in Place des Vosges e girando per locali fino a sera.

Secondo la versione ufficiale, quella sera Jim uscì da solo per cenare, poi andò con Pam in rue Buffault a vedere il film Notte senza fine, e ritornarono a casa ascoltando dischi dei Doors.

Jim inalò eroina con Pam, pensando fosse cocaina.

Dopo le 3:30, Pam si svegliò sentendo Jim respirare pesantemente e lo aiutò a entrare nella vasca da bagno.

Alle 8, trovò Jim esanime nella vasca e chiamò Alain Ronay, che allertò i vigili del fuoco.

Nonostante i tentativi di rianimazione, Jim fu dichiarato morto per infarto alle 9:45.

La morte fu registrata come avvenuta per cause naturali, e la sepoltura avvenne il 7 luglio al cimitero di Père-Lachaise.

La notizia della morte di Jim Morrison fu divulgata solo il 9 luglio, per evitare il clamore mediatico.

Negli anni successivi, la tomba di Jim divenne meta di pellegrinaggio e fu soggetta a continui atti di vandalismo.

Diverse lapidi furono installate nel tempo, l’ultima delle quali, voluta dal padre di Jim, George Morrison, nel 1990, con la scritta in greco antico “Κατα τον δαιμονα εαυτου” (“fedele al suo spirito”).

Per il quarantennale della morte nel 2011 e il cinquantennale nel 2021, l’area cimiteriale fu transennata per l’afflusso di turisti.

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