Cerca

Elettrica: l’ intervista di una indie rock band tra la sfida per emergere e la collaborazione con ” Divi ” dei Ministri

Damiano racconta il percorso creativo degli Elettrica partendo dalla sua permanenza all' estero fino alla formazione di una indie rock band e la collaborazione dei Ministri.

Partiamo dagli inizi. Com’ è iniziato questo progetto ?

Il progetto degli Elettrica ha preso forma nel 2022. Dopo il mio ritorno da un lungo viaggio tra Londra e la Spagna, durato diversi anni, sentivo il desiderio di creare una band. Sin da subito, ho trovato un’ottima sintonia con il bassista Andre, e insieme abbiamo iniziato a lavorare su un repertorio. È stato un periodo di intensa preparazione durato circa un anno, durante il quale abbiamo sviluppato un setlist basato sulle mie esperienze musicali a Londra.

Si trattava di brani originali oppure cover ?

Il repertorio con cui mi esibivo a Londra era composto da brani originali. Avevo scritto circa una decina di brani inediti, ma in lingua inglese. L’idea di trasporli in italiano è nata in seguito, e ciò ha richiesto un lavoro significativo per dare un senso al progetto. Questo ha segnato la direzione verso cui ci siamo orientati, il genere indie rock. Dopo vari tentativi con diversi batteristi nel corso di un anno, abbiamo finalmente trovato Dario. È stato come trovare l’anima gemella: quando ci siamo ritrovati tutti e tre, è stato come un’esplosione di chimica. Abbiamo rapidamente debuttato con il nostro primo live, e da lì è iniziato tutto. Nei successivi sei mesi, abbiamo fatto circa una trentina di concerti, spinti dalla forte connessione e dalla determinazione a prendere sul serio questa avventura.

Quindi ti sei trasferito all’ estero per fare musica ?

Sono partito per l’estero principalmente per due motivi: il primo è che mi ero appena lasciato con la mia ragazza, e il secondo è che non riuscivo a trovare la mia strada mentre frequentavo l’università. Nonostante studiassi, sentivo che il mio vero desiderio era fare musica, ma in Italia sembrava un’impresa quasi impossibile vivere di musica. La mancanza di persone con cui poter condividere il mio progetto mi ha causato molta frustrazione. Così, ho preso la decisione di scappare letteralmente all’estero . Inizialmente, doveva essere solo una breve vacanza di qualche settimana, ma si è trasformata in un periodo di sei o sette anni .

Di quale periodo si parla ?

Sono partito nel 2015.

Quando hai iniziato a fare musica ?

La mia passione per la musica credo sia stata tramandata da mio padre, che amava band degli anni ’70 come i Pink Floyd. Ricordo che aveva un amico di famiglia, con cui siamo ancora in contatto, che era un musicista molto talentuoso. Possedeva una serie di chitarre Gibson SG degli anni ’60, bellissime; strumenti che esprimevano tutto quel vibe rock’n’roll che mi ha catturato sin da quando avevo 12 anni.

Il progetto ” Elettrica ” quale background ha ?

Sebbene ciascuno di noi abbia gusti musicali differenti, nel momento in cui abbiamo deciso di fare musica insieme, ci siamo resi conto che riuscivamo tutti e tre a identificarci in un genere comune.

Cerca di darmi dei riferimenti più precisi, Damiano che musica ascolta oggi ?

Attualmente, prediligo ancora la musica straniera, come gli Strokes, Libertines, Arctic Monkeys, Billie Eilish, New Order e tutto quell’ ambiente musicale. Per quanto riguarda la scena italiana, devo ammettere di avere più difficoltà nel trovare una band che mi colpisca particolarmente, anche se riconosco che ce ne sono molte talentuose. Tra le band italiane, i Ministri sono stati un punto di riferimento per me e li ascolto ancora molto spesso. Allo stesso modo, gruppi come Tre Allegri Ragazzi Morti e Sick Tamburo sono stati fonte di grande ispirazione per il mio percorso musicale.

Ho notato che nella vostra immagine c’ è un colore predominante che è il rosa. Perché ?

Un giorno, mentre dovevamo decidere i colori per uno shooting fotografico, abbiamo pensato di vestirci in modo coordinato per creare un’immagine distintiva, anche se non eravamo abituati a questo tipo di cose. Così abbiamo optato per l’utilizzo del bianco e del rosa. Il bianco per me rappresenta i sogni e il rosa aggiunge quel tocco punk, che è comunque parte delle nostre radici musicali, dato che nei primi anni della nostra carriera suonavamo spesso brani punk. Volevamo creare un marchio distintivo per noi stessi, ma senza prenderci troppo sul serio.

Come siete arrivati alla collaborazione con “ Divi “ dei Ministri ?

Ho conosciuto ” Divi ” molti anni fa perché mio fratello frequentava lo stesso liceo. Un giorno ho deciso di contattarlo sui social perché stavamo cercando di trovare il sound giusto per il nostro progetto. Non cercavamo tanto un produttore quanto piuttosto un aiuto per definire meglio il nostro suono, considerando che i Ministri sono uno dei miei power trio preferiti. Durante la nostra conversazione, ” Divi ” mi ha detto che stava cercando progetti da produrre e così abbiamo deciso di lavorare insieme su di un brano in sala per vedere cosa sarebbe venuto fuori. Alla fine, ci siamo resi conto che il progetto poteva funzionare e abbiamo iniziato a collaborare. È nata anche una grande amicizia; ” Divi ” è una persona meravigliosa, un punto di riferimento che ci ha spronato e motivato molto per andare avanti.

Dal punto di vista artistico, come nascono i brani ? Li scrivi tu, oppure c’ è una scrittura comune ?

Tendenzialmente, i nostri brani hanno origine da pensieri che scrivo sul telefono o da idee che vengono condivise durante le prove. Spesso inizio con un’idea che cerco di spiegare al resto della band, anche se può risultare distante da quello che avevo in mente inizialmente. Questo processo ci porta a sviluppare la struttura di una canzone. Dopo numerosi cambiamenti, modifiche e tentativi diversi, arriva sempre il momento in cui tutto sembra combaciare. Anche se non siamo mai completamente soddisfatti, sappiamo di aver fatto del nostro meglio.

La maggior parte dei musicisti non sono mai totalmente soddisfatti di quello che fanno; credo che sia una deformazione professionale.

Devo dire che noi siamo estremamente contenti di quanto abbiamo prodotto fino ad ora. Le nostre aspettative iniziali non erano così elevate, e forse è proprio per questo che siamo così felici del risultato. Ovviamente c’è sempre spazio per migliorare, ma per quanto riguarda questo primo disco, siamo abbastanza soddisfatti. Nel frattempo, stiamo già lavorando su nuove tracce e non vediamo l’ora di condividere con il nostro pubblico i nostri prossimi progetti.

In questo momento storico, dello scenario della musica italiana, pare che il panorama mainstream sia governato dal rap e tutti i suoi derivati. Cosa pensi della musica italiana oggi ?

E’ una domanda molto difficile.

Lo so, ne arriveranno di più complicate.

Personalmente, trovo che la bellezza di una canzone sia indipendente dal genere musicale. Durante il liceo, ad esempio, ho sempre apprezzato ad esempio Fabri Fibra anche se ora ciò che propone il progetto ” Elettrica ” è completamente distante da quel genere musicale. Ritengo che se una canzone è ben fatta ed emozionante, può piacere a chiunque, indipendentemente dal genere. Questo è il mio pensiero riguardo all’arte in generale. Tuttavia, riconosco che al momento esiste una situazione di caos nel mondo della musica, con il pubblico che ascolta un po’ di tutto. Per quanto riguarda la scena rock italiana, è vero che ci sono molte difficoltà e si fa molta fatica ad imporsi.

Secondo te perché ?

Probabilmente, come nella moda, i gusti delle persone seguono delle tendenze cicliche. Negli anni ’90, ad esempio, l’indie rock ha goduto di grande popolarità, seguito dal pop e successivamente dal rap con la trap. Tuttavia, il fatto che ora ci siano generi predominanti non implica necessariamente che lo saranno anche in futuro. È un ciclo continuo di evoluzione musicale, con i generi che cambiano e si adattano nel tempo. Il nostro obiettivo è quello di creare una community di persone che possano sostenere e promuovere il genere indie rock in Italia, cercando di riportarlo in primo piano.

Ora c’ è un aspetto che definirei un pò spinoso, ti senti di affrontarlo ?

Ti ascolto.

Oggi in Italia pare che se l’artista, la band o il cantante voglia emergere nello scenario mainstream deve passare obbligatoriamente da un format televisivo come un talent. Tu cosa pensi a riguardo ?

Personalmente, ho avuto opinioni differenti sui talent show e sulla televisione nel corso della mia vita. Tuttavia, nell’attuale contesto anarchico del mercato musicale, ritengo che un artista o una band che desidera emergere e vivere di musica debba fare tutto il necessario per raggiungere il successo. Non ho nulla in contrario ai talent show, specialmente perché credo che programmi come X Factor, ad esempio, siano meno rilevanti oggi grazie alla presenza dei social media. Forse non è più indispensabile passare attraverso quel tipo di programma per avere successo.

Diciamo che la mia domanda era un pò provocatoria. E’ chiaro che non è obbligatorio passare da quel tipo di programmi, vero è che forniscono la possibilità di avere una visibilità in brevissimo tempo esplosiva. Se ci fosse la possibilità di partecipare ad un talent, accettereste ?

In effetti, stiamo considerando l’opportunità di partecipare a un talent show, ma non abbiamo ancora preso una decisione definitiva in proposito. L’unico motivo per cui potremmo decidere di non farlo sarebbe che ci caghiamo sotto. Personalmente, sarei aperto all’idea perché no ?! Penso che la principale preoccupazione sia chiederci se saremmo all’altezza della situazione; per il resto, perché non cogliere questa opportunità ? Sono tutte esperienze che potrebbero arricchire il nostro percorso artistico.

Ascoltando i vostri brani su Spotify, mi pare di sentire che il suono sia molto compresso. Mi chiedevo se fosse una scelta stilistica quella di aver per esempio scelto di registrare in uno studio piuttosto che spostarvi in un’ altro per il mastering.

Abbiamo lavorato a una pre-produzione in sala prove con Divi e successivamente presso il Blap Studio di Antonio Polidoro, e ci siamo trovati molto bene. Molti dei suoni che senti sono il risultato di un re-amp, ovvero abbiamo fatto passare alcuni dei suoni generati live attraverso le sue apparecchiature per ottenere un sound più “cattivo”. Per le chitarre, abbiamo utilizzato un amplificatore Marshall Plexi, lo stesso che utilizzo per i nostri concerti. Per quanto riguarda il mix, hanno lavorato Antonio Polidoro e Divi.

Siamo giunti quasi alla fine dell’ intervista. Ho le ultime domande per te. Una rock band solitamente, esprime la sua massima espressione ed energia nei concerti live.  Cosa provi quando sali su un palco ?

Oh, è una domanda fantastica ! Il concerto live si divide in due momenti per me: c’è quello fatto di preparazione e ansia, che a volte mi fa dubitare del lavoro che sto facendo. Poi arriva il momento di quando salgo sul palco e iniziano i primi 30 secondi della canzone in cui tutta l’ ansia svanisce. Provo un’enorme scarica di adrenalina, che diventa quasi una dipendenza perché mi lascia con il desiderio di rivivere quell’esperienza ancora e ancora. È una liberazione totale, perché tutte quelle ore di preparazione, le prove infinite – e credimi, ne facciamo davvero molte – diventano finalmente significative. Quando suono, perdo il controllo, ma allo stesso tempo conosco così bene le canzoni che le mie mani suonano da sole, e il movimento di tutti noi diventa quasi sincronizzato. È un’esperienza che si avvicina alla magia, simile a tanti altri momenti della vita come lo sport o come quando fai l’amore con una ragazza; quando suono un concerto è qualcosa di veramente straordinario !

Ora che è uscito questo nuovo singolo, state lavorando a un album, avete in progetto un tour ?

Tra un mese circa uscirà un nuovo singolo a cui siamo molto legati in quanto lo riteniamo uno dei più profondi ma allo stesso tempo anche tristi dell’ album.

Sarà una ballad ?

Sì, è una ballad, ma al momento non voglio svelarti troppo. L’album uscirà fra un paio di mesi e organizzeremo un grande release party con altre band. Per l’estate abbiamo in programma diversi live, non esattamente un tour, ma parteciperemo a vari festival e altre manifestazioni. Stiamo anche lavorando sul merchandising, insomma, siamo molto attivi e determinati !

Per quanto riguarda i concerti vi siete affidati ad un’ agenzia di booking in particolare oppure vi state muovendo autonomamente mediante i vostri contatti ?

Da sempre siamo autonomi al 100 % poi nel futuro, mai dire mai, magari ci affideremo a un’ agenzia di booking che ci possa aiutare a trovare le date.

Mi piace chiudere le interviste con questa domanda: “ immagina di essere in un’enorme stanza della musica in cui puoi trovare tutti i dischi che vuoi. Puoi però sceglierne solo tre e ti chiedo, quali album sceglieresti ? “ .

Ok, cazzo ! Il problema è che io con i titoli degli album sono pessimo ma cercherò di sforzarmi. Allora, sicuramente Is This It degli Strokes, che non ho fatto altro che ascoltarlo per anni a Londra, The Virgin Suicides degli Air che è la colonna sonora del film Il Giardino delle Vergini Suicide in cui c’ è una canzone Playground Love la quale mi ha segnato particolarmente e per finire, un album che in realtà non ascolto da anni e anni, il quale anch’ esso ha segnato un momento particolare della mia adolescenza ed è Codice a Sbarre dei Porno Riviste per tornare un po’ sul genere punk italiano.

Damiano è stata una piacevole chiacchierata per me, ti ringrazio per la tua disponibilità e vi faccio un grande in bocca al lupo per il vostro progetto.

Condividi su:

Iscriviti
alla newsletter

Tuffati nel mondo della musica e ricevi contenuti inediti

Iscriviti alla Newsletter

Iscriviti per ricevere le ultime news dal mondo della musica !