“Back in Black” è il settimo album in studio del leggendario gruppo musicale australiano AC/DC, pubblicato il 25 luglio 1980 dalla Atco Records.
Questo disco rappresenta il culmine del successo della band, con oltre 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui 25 milioni nei soli Stati Uniti.
È il secondo album più venduto di tutti i tempi, subito dopo “Thriller” di Michael Jackson.
La rivista Rolling Stone lo ha inserito al numero 77 nella classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi e al numero 26 tra gli album degli anni Ottanta.
L’uscita di “Back in Black” è segnata da un evento tragico: la morte del cantante Bon Scott, che aveva fatto parte della band dal 1974 al 1980.
Questo avvenimento ha influenzato profondamente i temi dei brani dell’album, che si avvicinano a un concept album incentrato sulla morte e l’edonismo.
Nel 2005, una versione DualDisc dell’album è stata pubblicata, narrando in dettaglio la storia del disco attraverso le parole degli stessi autori.
Registrazione dell’ album “Back in Black” : un viaggio turbolento
Originariamente, “Back in Black” doveva essere registrato agli E-Zee Hine Studios di Londra, poiché gli AC/DC avevano espresso il desiderio di lavorare nel Regno Unito.
Tuttavia, una settimana prima dell’inizio delle sessioni, si scoprì che nessuno studio di Londra era disponibile.
La band decise allora di spostarsi ai Compass Point Studios di Nassau, nelle Bahamas, durante aprile e maggio del 1980.
Questa decisione fu anche motivata da considerazioni fiscali favorevoli.
La lavorazione del disco fu particolarmente complessa: le attrezzature del gruppo furono inizialmente bloccate alla dogana e, durante le sessioni, l’isola fu colpita da una violenta tempesta tropicale che causò un cortocircuito nelle apparecchiature dello studio.
Brian Johnson, il nuovo cantante, raccontò delle difficoltà nell’aggiustare l’equipaggiamento e di come si sentisse sotto pressione, essendo la sua prima esperienza con il gruppo.
Johnson ricorda di aver fatto riferimento al maltempo nella strofa iniziale di “Hells Bells” («I’m rolling thunder, pourin’ rain. I’m comin’ on like a hurricane. My lightning’s flashing across the sky. You’re only young but you’re gonna die»).
Con l’arrivo di Brian Johnson, gli AC/DC iniziarono a comporre i nuovi brani: i fratelli Young si occuparono delle musiche, mentre Johnson scrisse i testi e le melodie.
Questo lavoro collettivo ha portato alla creazione di uno degli album più iconici nella storia del rock, un tributo al defunto Bon Scott e un punto di svolta nella carriera della band.
Per garantire la qualità sonora di “Back in Black”, gli AC/DC si affidarono all’ingegnere del suono Tony Platt, già collaboratore per “Highway to Hell”.
Tuttavia, durante le sedute di registrazione, Platt riscontrò che lo studio non riusciva a fornire le sonorità tipiche della band, necessarie per ottenere un suono più asciutto e compatto rispetto ai lavori precedenti.
Un episodio curioso durante le registrazioni si verificò ai primi di aprile, quando l’incisione dell’album venne interrotta a causa di un granchio che si era intrufolato in una delle sale.
Angus Young, il leggendario chitarrista del gruppo, arricchì e rifinì i riff della sua chitarra utilizzando il Schaffer-Vega Diversity System.
Questo sistema, ideato da Ken Schaffer, permise di ottenere suoni più puliti e definiti, contribuendo a quella caratteristica precisione sonora che contraddistingue l’album.
La copertina totalmente nera di “Back in Black” fu scelta come segno di lutto per la scomparsa prematura di Bon Scott.
Inizialmente, l’Atlantic Records espresse delle perplessità riguardo a una copertina così sobria e listata a lutto, ma alla fine accettò l’idea, a condizione che il gruppo aggiungesse almeno un contorno grigio alle lettere del logo AC/DC per renderlo riconoscibile al pubblico.
Un altro evidente riferimento alla morte di Scott è l’introduzione dell’album, che inizia con i rintocchi di una campana a morto.
Questi rintocchi aprono la strada al primo brano dell’album, sottolineando ulteriormente il tributo della band al loro amico e collega scomparso.
“Back in Black” non è solo un tributo a Bon Scott, ma anche un esempio di perseveranza e innovazione.
Nonostante le difficoltà incontrate durante le registrazioni, gli AC/DC riuscirono a produrre un capolavoro che non solo consolidò la loro fama mondiale, ma che divenne anche un punto di riferimento per generazioni di musicisti e appassionati di rock.
Il trionfo di “Back in Black”: un successo senza precedenti
“Back in Black” fu pubblicato il 25 luglio 1980, a circa sei mesi dalla tragica morte di Bon Scott.
Gli AC/DC, come ricordato dal chitarrista Angus Young, erano comprensibilmente nervosi riguardo alla prestazione commerciale dell’album e alla sua accoglienza critica.
Tuttavia, il successo superò ogni aspettativa: l’album debuttò al primo posto della classifica britannica e raggiunse la quarta posizione della Billboard 200 negli Stati Uniti, una posizione eccezionale per un album heavy metal secondo Rolling Stone.
Sebbene non abbia mai raggiunto la vetta della classifica americana, “Back in Black” è rimasto presente nella Billboard 200 per 387 settimane.
Con circa 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo, “Back in Black” è il secondo album più venduto di tutti i tempi, superato solo da “Thriller” di Michael Jackson.
Negli Stati Uniti, dove ha venduto 25 milioni di copie, è il quarto album più venduto di sempre ed è stato certificato 25 volte disco di platino dalla RIAA.
La pubblicazione di “Back in Black” ebbe un impatto rivoluzionario anche sulla discografia precedente del gruppo.
Album come “Highway to Hell”, “If You Want Blood You’ve Got It” e “Let There Be Rock” rientrarono tutti nella classifica britannica, rendendo gli AC/DC la prima band dai tempi dei Beatles ad avere quattro album in classifica simultaneamente.
Questo successo in America spinse inoltre la Atlantic Records, l’etichetta statunitense del gruppo, a pubblicare per la prima volta negli Stati Uniti l’album del 1976 “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”.
Questo disco raggiunse il terzo posto in classifica nel maggio 1981, superando persino il quarto posto di “Back in Black”.
“Back in Black” rappresenta un esempio di resilienza e eccellenza musicale.
Di fronte a una tragedia personale e alle sfide tecniche e logistiche della registrazione, gli AC/DC riuscirono a creare un album che non solo consolidò la loro fama mondiale, ma stabilì anche nuovi standard nel mondo del rock.
La loro capacità di innovare e superare le difficoltà ha reso “Back in Black” un capolavoro senza tempo, influenzando generazioni di musicisti e appassionati.
Tracce album “Back in Black” AC/DC
Testi e musiche di Malcolm Young, Angus Young e Brian Johnson.
- Hells Bells – 5:13
- Shoot to Thrill – 5:18
- What Do You Do for Money Honey – 3:36
- Given the Dog a Bone – 3:32
- Let Me Put My Love Into You – 4:15
- Back in Black – 4:16
- You Shook Me All Night Long – 3:30
- Have a Drink on Me – 3:59
- Shake a Leg – 4:06
- Rock and Roll Ain’t Noise Pollution – 4:15
Formazione
- Brian Johnson – voce
- Angus Young – chitarra solista
- Malcolm Young – chitarra ritmica, cori
- Cliff Williams – basso, cori
- Phil Rudd – batteria